Nelle antiche Osterie del Veneto veniva servito il vino prodotto da qualche parente o amico dell’Oste, il quale aveva il compito di selezionarlo affidandosi al suo gusto e alla sua esperienza.
Nel retro del locale, dove solitamente risiedeva la famiglia del “Paron” venivano preparate alcune pietanze con ingredienti semplici e di facile reperibilità, molto spesso allevati e coltivati nel cortile e nell’orto di casa o ancora acquistati giornalmente al mercato più vicino.
Era tutto molto semplice, si condivideva quanto preparato giornalmente, spesso serviti da figli e nipoti e si beveva il “vino della casa” che ogni Osteria proponeva con orgoglio… Da questa piccola storia nasce l’Osteria da Ugo dove al vino e al cibo, vengono date l’importanza e il rispetto che derivano dalla tradizione e dalla passione per questo lavoro.
Il Prosecco, forse, oggi, il vino veneto più conosciuto in Italia e nel mondo…
Per l’Osteria da Ugo, il Prosecco non può che essere Valdo con la Sua storia e i Suoi riconoscimenti.
Il vino è anche la storia del Suo produttore, in questo caso la Famiglia Bolla, che è anche la storia del vino a Verona e che ci onora della Sua amicizia.
La cantina privata Boscaini, un patrimonio straordinario di famiglia e di territorio, che ora condivide con l’Osteria da Ugo, custode dei sapori e dell’ospitalità veneta. Nella nostra cantina potete fare un incontro unico e sorprendente con un’ampia selezione di grandi annate di Amaroni Masi e di tutte le annate, dal 2004 ad oggi, di Amarone Costasera.
Il vino principe delle nostre tavole è a disposizione degli appassionati veronesi e degliospiti di tutto il mondo.
Il vino della casa, che, per l’Osteria da Ugo, è il vino dei Tessari della Ca’ Rugate.
La storia della Famiglia Tessari ci commuove, ci ispira, ci riempie di orgoglio. E’ un legame, il nostro, che va avanti da anni e che si rafforza e fortifica di giorno in giorno.
Bevete il nostro Soave, il Valpolicella e il Ripasso e ne comprenderete uno dei motivi.
Le zone di produzione a denominazione di origine della provincia di Verona sono: Bardolino, Custoza, Garda, Lessini, Lugana, Soave, Valdadige e naturalmente la Valpolicella.
La Valpolicella, intesa come territorio, è formata da cinque aree geografiche. L’areale di Sant’Ambrogio di Valpolicella e di San Pietro in Cariano, le vallate di Fumane, Marano di Valpolicella e Negrar di Valpolicella.
Le altre zone che possono produrre il Valpolicella, inteso come vino, e i suoi “fratelli maggiori” : Superiore, Ripasso, Recioto e Amarone, senza però fregiarsi dell’appellativo “Classico”, sono: La zona della Valpantena con l’omonima valle, l’area con i comprensori del comune di Verona e le valli di: Illasi, Tramigna e Mezzane.
Sono quindi interessati alla produzione di questo vino 19 comuni e circa 30.000 ettari di vigneti. I vitigni più utilizzati per questo vino sono: Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara.
Quando il Valpolicella viene affinato per un minimo di 12 mesi a partire dal 1° gennaio successivo alla vendemmia e il grado alcolico al consumo è superiore ai 12 gradi, può essere definito Superiore.
Il “Ripasso” si ottiene facendo riposare il Valpolicella, prima dell’affinamento per 2/3 settimane, sugli acini pressati del Recioto o dell’Amarone. Il vino viene appunto “ripassato” sulle vinacce del vino più nobile.
L’Amarone nacque dall’evoluzione del Recioto che, con il passare del tempo ed il mutare delle stagioni, diede vita, a seguito della fermentazione, a un vino notevolmente più secco e amaro rispetto all’originario. E’ il più pregiato dei vini veronesi e uno dei più importanti rossi italiani; assolutamente unico e inimitabile, molto strutturato, pieno, eppure morbido, elegante e perfettamente equilibrato.
A differenza di altri grandi rossi, i suoi tannini rotondi, il suo frutto succoso consentono di apprezzarlo, sebbene sia un magnifico vino da invecchiamento, anche in gioventù.
I grappoli sono attentamente selezionati in vigna e una volta raccolti, tra la terza decade di settembre e la prima di ottobre, vengono stesi o legati in ampi solai aerati per fare meglio circolare l’aria e impedire che si schiaccino.
Le uve appassiscono nei fruttai per 3 / 4 mesi, sino a che si raggiunge la concentrazione degli zuccheri desiderata. Ultimato l’appassimento, gli acini sono sottoposti a pigiatura e successiva maturazione in botti di legno.
Il nome “Recioto” deriva dal termine dialettale “recia”, cioè orecchia, perché solo la parte più alta e meglio esposta del grappolo, quindi più pregiata, poteva accedere al processo di appassimento. E’ un vino passito dolce, ottenuto dall’appassimento delle uve conservate in fruttai per 100/120 giorni e da un arresto della fermentazione per conservare quella percentuale di zucchero che ne determina le tipicità.
Il Recioto della Valpolicella è un discendente del Retico e dell’Acinatico, vino dolce citato nel VI secolo d.C. da Cassiodoro in una lettera: “un vino puro, dal colore regale e dal sapore speciale. Si potrebbe definire un liquido carnoso o una bevanda mangiabile”; mentre San Zeno, ottavo Vescovo di Verona, lo descriveva come: “Il miracolo del Sole che si fa Vino”.
Il Recioto di Soave, da uve Garganega, è stato il primo DOCG del Veneto.